- Stati di ansia e stress
- Depressione
- Disturbi del comportamento alimentare
- Disturbi psicosomatici
- Fobie e attacchi di panico
- Dipendenze
- Disturbi del sonno
- Difficoltà relazionali
- Elaborazione del lutto
- Superamento di eventi traumatici
- Per il potenziamento delle prestazioni in ambito sportivo e lavorativo
- Per accompagnare la donna ad affrontare in maniera tranquilla il parto, rendendo più piacevole e serena la sua gravidanza
- Per smettere di fumare
- Per il rilassamento e benessere
- Contrastare e ridurre il dolore cronico
- Contrastare e ridurre il dolore a seguito di interventi e infortuni
- Affrontare cure mediche e odontoiatriche
- Problematiche sessuali
All’interno di un percorso di sostegno psicologico e psicoterapeutico, l’ipnosi rappresenta una tecnica efficace che porta il paziente ad utilizzare le proprie associazioni mentali, ricordi e potenzialità per raggiungere il fine terapeutico.
L’ipnosi ericksoniana pone al centro il rapporto di fiducia, di empatia e di rispetto con il paziente e consente di far emergere e di consolidare quelle risorse di cui siamo già in possesso ma che, per diversi motivi personali di vita, non riusciamo a far affiorare.
L’ipnosi è una naturale condizione psico-fisiologica che si verifica spontaneamente in diversi momenti della quotidianità: basti pensare che quando siamo sovrappensiero, quando stiamo per addormentarci e le immagini e i ricordi si inseguono o quando stiamo guidando e pensiamo ad altro, siamo a tutti gli effetti in uno stato di trance ipnotica.
Si tratta quindi di un fenomeno naturale che va aiutato e catalizzato, lasciandosi trasportare dalla voce morbida del terapeuta, dalle immagini suggerite e dal linguaggio metaforico che accompagna il paziente verso una propria ristrutturazione inconscia del sintomo, risvegliando le sue risorse e facilitando la spontanea auto-guarigione che è in ognuno di noi.
L’obiettivo ultimo non è quello di far luce sul passato, che è immutabile, quanto piuttosto quello di partire da insoddisfazioni del presente, costruendo un percorso di crescita individuale per il raggiungimento del benessere psico-fisico nel futuro del paziente.
Un giorno, quando Milton Erickson era un ragazzo, trovò un cavallo a pascolare nel terreno di sua proprietà. Questo cavallo non aveva nessun segno di riconoscimento ma Erickson si offrì di riportarlo ai suoi proprietari. Per fare questo, semplicemente salì sul cavallo, lo condusse sulla strada e lasciò che scegliesse da che parte voleva andare. Erickson interveniva solo quando il cavallo lasciava la strada per pascolare o vagare in un campo. Quando alla fine arrivò all’appezzamento di un vicino, a diverse miglia giù per la strada, questo vicino chiese a Erickson: “Come facevi a sapere che quel cavallo veniva da qui e che era nostro?”. Erickson rispose: “Io non lo sapevo, ma il cavallo sì. Non ho fatto altro che mantenerlo sulla strada”.
(La mia voce ti accompagnerà, M.H. Erickson)